Attività 5: Non è stata colpa mia – Gestione dei conflitti

Attività 5: Non è stata colpa mia – Gestione dei conflitti

Gli studenti guardano un video che mostra una situazione conflittuale e sono invitati a dare la loro opinione al riguardo, oltre a interpretare il ruolo dei personaggi, migliorando così la loro capacità di affrontare il conflitto in maniera fluida, di esaminare più punti di vista e di migliorare la loro empatia e le loro capacità di comunicazione.

Occorrente:

proiettore; copione con i dialoghi

Durata:

90 minuti

Descrizione dell’attività:

  • L’insegnante riproduce un video di circa 15-20 minuti, un frammento di una partita di calcio, per esempio, in cui un membro di una squadra (X) ferisce accidentalmente (o non accidentalmente!) il capitano della squadra avversaria (Y). Si scatena una terribile discussione, soprattutto perché sembra che la squadra Y stia vincendo, e non rimane molto tempo. Il membro della squadra X non solo non si scusa, ma insulta anche un membro della squadra Y. Il capitano, mantenendo la calma, chiama l’arbitro, ma quest’ultimo non è molto efficace nel tenere la situazione sotto controllo.
  • Dividete i partecipanti in piccoli gruppi (ad es. 3 partecipanti per gruppo) e chiedete loro di dare il loro parere sull’evento. Si schierano da una parte o dall’altra?
  • Poi, ogni gruppo riceve un copione, ed è chiamato a interpretare i ruoli dei vari personaggi del video. Agli student, però, verrà richiesto di provare a risolvere le cose in modo diverso.
  • In un secondo momento, I gruppi si scambieranno i ruoli, così il membro della squadra X interpreterà ora il membro della squadra Y.

Riflessione:

Gli studenti si concentreranno su cose da fare e cose da evitare quando si è coinvoltei in un conflitto. L’insegnante può facilitare la discussione ponendo le seguenti domande:

  • Quali conclusioni si possono trarre sulla comunicazione: perché spesso è difficile capirsi l’un l’altro?
  • Pensate ai giochi di competizione: perché spesso ci attacchiamo a una squadra piuttosto che ad un’altra? Questo attaccamento si basa sulla ragione? Vi vengono in mente dei parallelismi nella vita reale?