COME PREVENIRE LA RADICALIZZAZIONE VIOLENTA A SCUOLA? IL POTERE DELL’EDUCAZIONE: CONFERENZA FINALE DEL PROGETTO PRACTICE

Il progetto PRACTICE volge al termine. Dopo 3 anni di lavoro, lo sviluppo di molti strumenti utili per gli insegnanti e gli studenti della scuola secondaria, linee guida e ricerche sulla prevenzione della radicalizzazione nelle scuole, è il momento della diffusione!

Lo scorso 13 luglio è stata organizzata la conferenza finale del progetto, che si è tenuta online, per presentare i risultati sviluppati in questi anni e discutere del fenomeno della radicalizzazione violenta e dei modi per prevenirla a partire dalla scuola, insieme ai partner del progetto, ad esperti esterni e ad un vasto pubblico composto da insegnanti ed educatori di tutta Europa.

La discussione, che è stata coordinata dalla project manager di KMOP (Grecia) Afroditi Azari, ha visto la partecipazione di più di 370 persone. Durante l’evento online sono stati analizzati termini come razzismo, polarizzazione, esclusione sociale, radicalizzazione e radicalizzazione violenta.

Antonella Alessi, coordinatrice del progetto PRACTICE per il CSC Danilo Dolci, ha sottolineato che l’obiettivo finale del progetto è quello di soddisfare due esigenze fondamentali: da un lato, fornire agli insegnanti gli strumenti necessari per sviluppare il pensiero critico degli studenti su temi controversi e sensibili, nonché per comprendere meglio valori come la diversità e l’accettazione. Dall’altro lato, rafforzare gli insegnanti nel loro ruolo di “mediatori” nel conciliare i diversi punti di vista degli studenti. Alberto Biondo, coordinatore del dipartimento UE del CSC, si è concentrato sulle radici del progetto PRACTICE dicendo: “Avere una relazione nonviolenta significa imparare a comunicare: se vuoi comunicare devi capire la tua controparte, l’altro. Devi vedere l’altro come un collaboratore”.

Afroditi Azari ha esaminato i risultati del rapporto comparativo sviluppato durante il primo anno del progetto, sottolineando i fattori che possono portare alla radicalizzazione violenta, come la crisi sociale, religiosa, il trauma e l’identità. “I risultati hanno indicato che i professionisti dell’educazione credono che ci sia una connessione tra il pensiero critico e la prevenzione del radicalismo; tuttavia, non ci sono metodi ufficiali per la prevenzione dell’estremismo attraverso lo sviluppo del pensiero critico. Quindi, sono necessari programmi di sviluppo professionale continuo sull’uso delle capacità di pensiero critico per la prevenzione e la lotta contro l’estremismo, strumenti, strategie, materiali e risorse con il sostegno dello Stato e delle ONG”, ha detto la Azari.

Margit Helle Thomsen, direttrice di MHT (Danimarca), ha presentato il Manuale dell’Insegnante che è stato creato come parte del progetto. Come ha spiegato, il manuale mira a fornire consigli e linee guida relativamente ai seguenti aspetti:
1) Testare i processi di apprendimento tra pari, dove gli studenti attraverso la loro collaborazione mostrano il riconoscimento reciproco e il rispetto delle differenze.
2) Rafforzare la consapevolezza di segnali di mancanza di benessere, esclusione e alienazione in classe.
3) Introduzione della radicalizzazione e di altri fenomeni sensibili in classe.

Stacey Robinson, psicologa e manager del progetto europeo al MEH, ha presentato le raccomandazioni politiche risultanti dal progetto.

La dottoressa Vasiliki Artinopoulou, docente presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università Panteion, ha fatto riferimento ai moderni approcci alla prevenzione della radicalizzazione nell’educazione. Ha sottolineato che il concetto di radicalizzazione è pieno di interpretazioni errate, pertanto rimane piuttosto problematico perché dipende da come definiamo tre contesti: la politica, la sicurezza e il contesto di integrazione.

Naya Boemi, coordinatrice di un progetto di Educazione Teatrale in Grecia, ha fatto riferimento al ruolo della scuola nella prevenzione della radicalizzazione violenta e ha evidenziato i metodi legati alla teoria pedagogica critica e al teatro sociale – come il Teatro dell’Oppresso.

Sebastian Schwäbe, project manager di BLINC Germania, ha spiegato come il background teorico della ricerca sia legato agli studenti. Della formazione innovativa sperimentata tramite il progetto hanno parlato anche la project manager di Villa Montesca (Italia), Valeria Puletti, e la project manager di Compass (Austria), Silvia Desheva.

Vuoi rivedere la diretta dell’evento? La trovi a questo link (in inglese):

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Il progetto PRACTICE terminerà il 31 ottobre.
Vuoi saperne di più sulle attività e i risultati del progetto? Visita il sito web https://practice-school.eu/.

PRACTICE è un progetto Erasmus+; KA2 Cooperation for innovation and the exchange of good practices – Strategic Partnerships for school education.

Partner

Per ulteriori informazioni contatta Antonella Alessi: antonella.alessi@danilodolci.org.